Le premesse per l’innesto
di traiettorie di sviluppo
a. La teoria del capitale sociale
b. Cultura civica e fiducia
c. I circoli virtuosi dello sviluppo
 
     
Una nuova immagine
del Meridione
a. Le ricerche sullo sviluppo locale
b. Le nuove politiche per il Sud
c. Cosa accade dopo l’allargamento?
 
           
 
POTENZIALITA' DI INTERNAZIONALIZZAZIONE

Un aspetto particolarmente critico dell’economia calabrese è la sostanziale chiusura agli scambi internazionali e con un flusso di IDE (Investimenti Diretti Esteri) in entrata estremamente ridotto non solo rispetto alla media Europea, ma anche rispetto alla media Italiana.

Secondo gli ultimi dati disponibili (Fonte: banca Mondiale) i flussi di IDE in entrata in Italia in % del PIL hanno a malapena superato l’1%, confrontandosi con il 17,16% dell’Irlanda, il 3,06% della Spagna, il 2,76% della Francia.
L’economia calabrese è inoltre stata caratterizzata da un ridotto livello di apertura verso i mercati esteri: le esportazioni regionali rappresentano mediamente lo 0,1% dell’export nazionale e l’1% circa di quello dell’Italia meridionale.

  Esemplificando:

• Il peso del settore agricolo nell’economia calabrese è ancora molto rilevante sia per il contributo alla formazione del valore aggiunto (7%) ma soprattutto in termini di unità di lavoro impiegate (24%): quasi un quarto delle forze lavoro calabresi trova occupazione in agricoltura (contro un 8% per l’Italia);

• Il settore industriale è estremamente limitato (17% del valore aggiunto totale contro un livello nazionale del 30%, Centro-Nord, 33% Mezzogiorno, 22%);

• Il variegato settore dei servizi occupa una posizione preminente (più del 70% del valore aggiunto) nell’economia calabrese. Al suo interno, i “servizi non destinabili alla vendita”, cioè fondamentalmente i servizi forniti dal settore pubblico, contribuiscono con quasi il 25% alla formazione del valore aggiunto e con il 23% all’occupazione complessiva (Italia rispettivamente a 14 e 19%; Centro-Nord: 12% e 17%; Mezzogiorno: 21% e 22%).
Tra i servizi privati si nota una forte prevalenza dei comparti del commercio (20%) e dei trasporti (10%), con quote leggermente più alte rispetto a Italia e Centro-Nord.

A fronte di questo quadro, la Regione Calabria, nell’ultimo triennio, ha registrato importanti evoluzioni che stanno ad indicare un cambiamento della struttura del mercato regionale.
  Tale processo di crescita economica è frutto di azioni diversificate su tutto il territorio calabrese che hanno interessato tre direttrici fondamentali:

• La creazione e potenziamento di poli infrastrutturali (di interscambio e di produzione) in grado di sfruttare la posizione di centralità che la regione ha nel bacino del Mediterraneo;

• Il recupero delle colture e delle produzioni tradizionali in vari settori (da quello agricolo a quello artigianale) attraverso la leva dell’associazionismo tra gli imprenditori e la nascita di nuove imprese che puntano ad integrare le nuove tecnologie (Internet ad esempio) e la tradizione per individuare nuovi mercati di sbocco e migliorare le strategie di promozione e comunicazione dei prodotti;

• Il potenziamento delle politiche di promozione dell’immagine della Calabria in Italia e all’estero, per stimolare la crescita dei flussi turistici e non solo.
Queste scelte stanno cominciando ad incidere sull’andamento economico complessivo della regione, riducendo, in parte, l’endemico ritardo rispetto al resto del paese: si sono, infatti, registrate, negli ultimi due anni, la più elevata incidenza di creazione di nuove realtà imprenditoriali a livello nazionale, un forte incremento dell’export ed un lieve calo della disoccupazione.
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