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Un aspetto particolarmente critico dell’economia calabrese è
la sostanziale chiusura agli scambi internazionali e con un flusso di
IDE (Investimenti Diretti Esteri) in entrata estremamente ridotto non
solo rispetto alla media Europea, ma anche rispetto alla media Italiana. |
Esemplificando: • Il peso del settore agricolo nell’economia calabrese è ancora molto rilevante sia per il contributo alla formazione del valore aggiunto (7%) ma soprattutto in termini di unità di lavoro impiegate (24%): quasi un quarto delle forze lavoro calabresi trova occupazione in agricoltura (contro un 8% per l’Italia); • Il settore industriale è estremamente limitato (17% del valore aggiunto totale contro un livello nazionale del 30%, Centro-Nord, 33% Mezzogiorno, 22%); • Il variegato settore dei servizi occupa una posizione preminente (più del 70% del valore aggiunto) nell’economia calabrese. Al suo interno, i “servizi non destinabili alla vendita”, cioè fondamentalmente i servizi forniti dal settore pubblico, contribuiscono con quasi il 25% alla formazione del valore aggiunto e con il 23% all’occupazione complessiva (Italia rispettivamente a 14 e 19%; Centro-Nord: 12% e 17%; Mezzogiorno: 21% e 22%). Tra i servizi privati si nota una forte prevalenza dei comparti del commercio (20%) e dei trasporti (10%), con quote leggermente più alte rispetto a Italia e Centro-Nord. A fronte di questo quadro, la Regione Calabria, nell’ultimo triennio, ha registrato importanti evoluzioni che stanno ad indicare un cambiamento della struttura del mercato regionale. |
Tale processo di crescita economica è frutto
di azioni diversificate su tutto il territorio calabrese che hanno interessato
tre direttrici fondamentali: • La creazione e potenziamento di poli infrastrutturali (di interscambio e di produzione) in grado di sfruttare la posizione di centralità che la regione ha nel bacino del Mediterraneo; • Il recupero delle colture e delle produzioni tradizionali in vari settori (da quello agricolo a quello artigianale) attraverso la leva dell’associazionismo tra gli imprenditori e la nascita di nuove imprese che puntano ad integrare le nuove tecnologie (Internet ad esempio) e la tradizione per individuare nuovi mercati di sbocco e migliorare le strategie di promozione e comunicazione dei prodotti; • Il potenziamento delle politiche di promozione dell’immagine della Calabria in Italia e all’estero, per stimolare la crescita dei flussi turistici e non solo. Queste scelte stanno cominciando ad incidere sull’andamento economico complessivo della regione, riducendo, in parte, l’endemico ritardo rispetto al resto del paese: si sono, infatti, registrate, negli ultimi due anni, la più elevata incidenza di creazione di nuove realtà imprenditoriali a livello nazionale, un forte incremento dell’export ed un lieve calo della disoccupazione. |
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