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La Calabria è caratterizzata da
un tessuto di imprese manifatturiere di piccola e piccolissima dimensione
di cui quasi il 90% ha un numero di addetti inferiore a 10. Le microimprese
prevalgono tanto nel settore industriale quanto in quello agricolo, turistico
e commerciale. Inoltre le imprese sono disperse sul territorio regionale,
senza che sia possibile rilevare apprezzabili fenomeni di concentrazione
né settoriale-funzionale né territoriale.
Nella regione sono presenti solo due distretti industriali (Bisignano e
Maierato), denotando quindi la debolezza o l’assenza di vere e proprie
filiere produttive o di cluster di imprese. Si può, invece, parlare
di protosistemi produttivi che risultano circoscritti ad ambiti territoriali
delimitati e di modesto impatto sull’economia complessiva della regione,
ovvero di “bacini produttivi locali”, cioè di aree di
specializzazione produttiva, composte da raggruppamenti di comuni omogenei
a livello provinciale, o ancora di microsistemi a livello comunale con particolari
vocazioni produttive.
Mutuando da alcune recenti ricerche di marketing territoriale condotte dalle
camere di commercio calabresi (alcune in corso di pubblicazione) i modelli
generali di sviluppo dipendono dalla connotazione produttiva assunta da
un territorio. La connotazione produttiva di un territorio a sua volta è
costituita dal profilo settoriale, dimensionale e per forma giuridica delle
imprese ivi insediate. I modelli utilizzati per la classificazione delle
aree omogenee dal punto di vista produttivo sono stati i seguenti:
:• Modello di sviluppo agricolo ed agroindustriale:
si contraddistingue per la intensa presenza del settore agricolo che in
alcune aree si integra a valle con una industria di trasformazione dei
prodotti della terra, basata su un tessuto di piccole e medie imprese;
• Modello di sviluppo basato sull'industria manifatturiera
"leggera": in parte in connessione con le tradizioni
artigiane radicate sul territorio si è sviluppata una industria
manifatturiera, specificamente nei settori del legno arredamento, del
tessile abbigliamento, della lavorazione dei minerali non metalliferi,
della carta e dell'editoria, cui si aggiunge l'industria chimica, della
gomma e della plastica;
• Modello di sviluppo basato sull’industria pesante:
si tratta di aree che si sono sviluppate secondo un modello basato sulla
grande industria a elevata intensità di scala, in particolare si
tratta di alcuni poli caratterizzati da una specializzazione manifatturiera
in settori quali quello metalmeccanico e dell'energia;
• Modello di sviluppo turistico: accanto alle tradizionali
aree estive e balneari, è possibile individuare aree territoriali
caratterizzate dal patrimonio artistico e culturale, aree la cui offerta
turistica è basata sulle bellezze naturalistiche ed ambientali
(Sila, Aspromonte, Serre, Pollino, Riserva marina di Isola Capo Rizzuto)
e aree termali.
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